La banalità del male

IL PERCHÉ DELL'OBBEDIENZA



  • La strategia dietro la follia
Realizzato da Francesco Sequenzia
Ci si domanda il perché della totale obbedienza da parte del popolo tedesco a un uomo che all'apparenza sembra tanto folle; in vero questo "folle" scelse il momento più opportuno per la sua rivelazione: la Germania usciva infatti dalla prima grande guerra ed era logorata materialmente e psicologicamente. Si era diffusa in quei tempi la credenza nella cosiddetta "Dolchstoß Legende", la leggenda della pugnalata alle spalle: in seguito alla propaganda del II Reich di Guglielmo II Hohenzollern, la responsabilità della sconfitta era stata addossata a quei gruppi di soldati dei battaglioni terrestri e marittimi che si erano aggregati alle sollevazioni promosse dai comunisti della Spartakusbund, azione che si sarebbe unita alla cospirazione dei giudei e dei disfattisti che firmarono il trattato di pace a Versailles. 
Oltretutto dopo i patti stabiliti alla fine della guerra, la Germania, si vedeva sconfitta e umiliata dalle penali d'ammenda e la perdita di territori, e così da questa situazione critica nacque la leggenda secondo la quale il governo in carica tradì il popolo tedesco per un non ben definito guadagno personale. Adolf Hitler sfruttò questo come leva primaria sulla massa: in seguito ai fallimenti politici e militari che conseguì nei primi anni di tentativo di scalata alla vetta del potere aggiunse il capro espiatorio degli "Juden" (Ebrei) i quali vennero demonizzati all'interno della società  tedesca di quel tempo fino a che Der Fürer non riuscì ad instillare nella mentalità della folla il barlume di un'idea, una tremenda e orribile idea: l'Olocausto, la Shoah, il genocidio degli Ebrei; la distruzione di una "razza" che avrebbe contaminato la "stirpe pura" e che secondo la massa era stata la causa dell'insuccesso generale e della decadenza della situazione politico-economica della Germania. A ciò si aggiunse anche la diffusione di un'ideale politico ben diverso dai canoni normali che regolano la quotidianità dell'aristocrazia: il comunismo contrastava pienamente gli ideali di proprietà e di privilegi professati dal capitalismo e questo faceva temere alla classe sociale tedesca benestante una perdita di beni e di ordine all'interno dello stato. 
Di conseguenza gli esponenti del comunismo vennero ghettizzati insieme agli Ebrei, individuati nel frattempo sempre più come popolo "parassita" diffuso in tutto il mondo che si arricchiva grazie all'operosità dei "poveri" stati, costretti a subire l'inevitabile e astuto complotto. Questa credenza veniva instillata fin dalla tenera età nelle scuole, il luogo in cui si dovrebbe insegnare ai ragazzi a formarsi per mezzo del proprio intelletto piuttosto che plasmarne il pensiero secondo uno stereotipo antisemita che promuoveva il completo odio seguito dalla totale eliminazione di una razza. "Una razza" erano definiti gli ebrei, come se il termine ebreo anziché indicare una scelta religiosa indicasse un'appartenenza biologica.
L'ambiente scolastico era talmente "consacrato" alla figura di Hitler, non solo da inserire all'interno delle aule il suo ritratto, allo scopo di far diventare la sua un'immagine familiare agli studenti, ma anche da inserire nel programma scolastico canzoni sulla grandezza del Fürer. Il piano di Adolf Hitler fu talmente ben congegnato da ottenere fino al 1940 un numero di adesioni al Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori pari a 8.000.000 di iscritti. 
Furono queste in breve le ragioni che indussero il popolo tedesco ad appoggiare gli ideali antisemiti di un uomo che avrebbe in seguito guidato una nazione verso una seconda devastante guerra. 












Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.


                               Primo Levi

Nessun commento:

Posta un commento