Disumanizzazione II

Disumanizzare: cancellare o ridurre i caratteri propri dell'uomo. Questa è la definizione che riporta il dizionario. Ma solo i fatti accaduti possono spiegare ciò che realmente significa questa parola.
La Shoah rappresenta la disumanizzazione: uomini, donne e bambini che prima vivevano la loro vita tranquillamente ridotti poi ad essere considerati come "stücke", cioè "pezzi". L'uomo è inizialmente ''marchiato" dalla stella che porta al petto,sopra l'abito;costretto poi ad abbandonare la propria abitazione, i propri  amici e la vita stessa. Ma questo era soltanto l'inizio: nessun ebreo sapeva a cosa andava incontro, nessuno.
Deportati nei campi di concentramento, divenivano automaticamente numeri, tatuati indelebilmente sulla loro pelle come se fossere delle bestie pronte al macello perché, alla fine, questo erano.Venivano sfruttati, picchiati, umiliati, privati della propria personalità. Non c'era nessun modo per uscire da quell'inferno,o almeno non da vivi.
Vi era solo una via d'uscita: quella dei camini dei forni crematori dove, confondendosi  col cielo scuro, volavano via speranze, sogni e desideri di ebrei e di persone indesiderate.




Nome: 837652
Difficile ricordarlo a memoria,
impossibile cancellarlo dalla memoria.



  "Felicità. È questa la parola più adatta per esprimere il mio stato d'animo. Felicità. È il contrario di tristezza, paura e angoscia, ma di queste ultime non conoscevo nemmeno il significato e non volevo conoscerlo. Era la felicità stessa che mi rendeva felice"




 "La stella ebrea la chiamavano: ci obbligavano a tenerla sempre. Sapevamo di essere ebrei perché scriverlo anche all'interno della stella? Pensavano forse che lo avremmo scordato? Non capivo... Sembravamo marchiati come bestie pronte al macello e, anche se non lo sapevo, non avevo tutti i torti"








"Non riuscivo a capire, e a pormi domande... Perché? Una semplice domanda, ma che non si poneva nessuno; eppure tutto domandava perché. Bastava ascoltare, solo ascoltare."





" "Canta" mi dicevano "Canta! Alza la tua voce tormentata e rotta, e cercalo, cercalo in alto se ancora esiste. E canta per Lui... cantagli l'ultimo canto dell'ultimo ebreo, che visse, morì insepolto, e non è più." " (Ytzhak Katzenelson- Il canto del popolo ebraico massacrato)


"Ahimè, io lo sapevo, e anche i miei vicini; tutti gli ebrei dai grandi ai piccoli, dai vecchi ai giovani- tutti lo sapevamo, e non una parola è uscita dalle nostre labbra... Zitti! Ci siamo guardati da noi stessi, abbiamo nascosto la verità nella nostra mente, l'abbiamo sepolta nel nostro cuore... PER SEMPRE!" (Ytzhak Katzenelson- Il canto del popolo ebraico massacrato)


"Scomparvero cosī, in un istante, a tradimento, le nostre donne, i nostri genitori, i nostri figli. Quasi nessuno ebbe modo di salutarli. Li vedemmo un po' di tempo come una massa oscura dall'altra estremità della banchina, poi non vedemmo più nulla" (Primo Levi- Se questo è un uomo)



Questa sezione è stata realizzata da:
Miriam Carnazzo
Federica D'Amico
Gloria Nicotra
Federica Scaffo

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